Amianto: protesta a Roma oggi, 11 dicembre 2017. E’ l’ennesima manifestazione che si svolge nella Capitale, caratterizzato da un presidio silenzioso e dallo sciopero della fame attuato da alcuni soggetti proponenti per chiedere al Governo e al Parlamento l’approvazione di una normativa “giusta, equa e chiara”, che affermi i diritti “ora negati” ai militari e i civili del comparto Difesa e della sicurezza nazionale esposti e vittime dell’amianto e altri fattori nocivi, “senza l’erosione di quelli già riconosciuti”.
A capo del sit-in di protesta che si svolgerà oggi a Roma, precisamente davanti alla Camera dei Deputati, i presidenti di Afeva Sardegna, Salvatore Garau, e di Afea nazionale, Pietro Serarcangeli. Proprio qui Salvatore Garau inizierà lo sciopero della fame “che proseguirà ad oltranza”, come dichiarato da lui stesso qualche giorno fa nel corso di un’intervista.
Domani, martedì 12 dicembre, dalle ore 15 alle ore 19, sempre in piazza Montecitorio, ci sarà la mobilitazione generale, indetta dal Coordinamento Amianto pro Comparto Difesa, con la partecipazione di associazioni, familiari del personale attivo e dei militari in congedo.
Insomma, questi saranno giorni di forte mobilitazione e di protesta a Roma che vedranno la partecipazione di migliaia di persone, colpite e preoccupate dalla pericolosità di questo materiale che ogni anno purtroppo miete numerose vittime in tutta Italia.
“Chiediamo che il Governo e il Parlamento restituiscano il giusto peso al patto sigillato col giuramento di assoluta di fedeltà alle istituzioni Repubblicane, alla Costituzione e alla Repubblica – ha dichiarato Garau – sollecitiamo una normativa rigorosa che superi l’attuale matassa intricata fatta di singole norme che si sono succedute negli anni e che hanno da un lato tutelato e disciplinato gli esposti e i malati e dall’altro gli hanno negato il riconoscimento dato invece ad altre categorie. Siamo anche delusi dalla Commissione Uranio perché da quei lavori non è arrivato né un centesimo né una riga di legge che vada a favore del riconoscimento amministrativo. Ora – annuncia – c’è un’opportunità: inserire una norma nella legge di stabilità 2018”.
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